martedì 31 maggio 2011

La recensione su Centostorie

Centostorie mi ha fatto l'onore di pubblicare la mia recensione della Pimpa e la mela volante sul suo blog!
Mi farebbe davvero piacere vincere il bel libro in palio per la recensione più votata! Votatemi!!!!

sabato 28 maggio 2011

Mamma guadda, è bello bellissimo!


Mamma guadda, è bello bellissimo!

Così Bia ha commentato quando le ho mostrato la dedica di Simone Rea sulle pagine delle Favole di Esopo (ed. Topipittori). Ieri sono tornata a casa molto soddisfatta del mio bottino e davvero felice di aver incontrato Simone Rea al banchetto della libreria Centostorie. Le dediche di Simone Rea non sono una semplice firma, ma una vera e propria nuova illustrazione che regala a chi gli porge il libro...
E io sono ancora in pieno brodo di giuggiole!!!!!

domenica 22 maggio 2011

Simone Rea alla Casina di Raffaello

Oggi abbiamo portato Bia a Villa Borghese e ci siamo intrattenuti a lungo nella Casina di Raffaello, luogo meraviglioso per i bimbi, ludoteca comunale con bellissima libreria annessa. E' veramente un posto magico, che avrei voluto esistesse quando ero piccola e dove vengono organizzate moltissime attività per bambini dai tre anni in su. Bia è ancora troppo piccola, ma abbiamo comunque sfruttato appieno la sala lettura, dove si possono leggere liberamente libri per bambini, sedendo su tappeti, cuscini e morbide ciambelle. Noi ci siamo dedicati alla lettura dei libri di Leo Lionni, che a casa non abbiamo e che dobbiamo al più presto acquistare in blocco!

La Casina di Raffaello, Villa Borghese, Roma, interno

Ma io ero alla Casina di Raffaello soprattutto per un motivo: volevo vedere la mostra di Simone Rea, Uomini e altri animali, che sarà lì fino al 3 luglio (biglietto € 5,00).

Le tavole di Simone Rea mi hanno colpito tantissimo. Sono bellissime. Ogni disegno è perfetto.
Premettendo che non sono un'esperta, nè un critico d'arte, e che da poco mi sono avvicinata al mondo dell'illustrazione, provo a riportare semplicemente le mie impressioni ed emozioni.

Simone Rea, Il sole e le rane,
illustrazione per Favole di Esopo, edito da Topipittori, 2011

Mi piace tantissimo come disegna Simone Rea, mi piace la tecnica, la scelta dei colori, l'equilibrio, la staticità, la bidimensionalità delle campiture, la mancanza di ombre, la matericità dei graffi che loro sì definiscono tridimensionalità.
Le superfici sono ognuna perfettamente definita, ognuna un mondo a sè, in perfetto equilibrio con le altre. E poi gli occhi fissi, rotondi, degli animali dal corpo umano portano le immagini ad un'astrazione assoluta, pur essendovi tanta tenerezza e umanità proprio nell'essere attoniti di quegli sguardi.

Avevo visto alcuni disegni di Simone Rea in internet e li avevo trovati molto belli, ma vederli dal vivo mi ha completamente conquistata. Vorrei poterli rubare tutti!

Non potendo rubare, perchè ho ancora un pò di senso etico e devo anche fare da esempio a mia figlia, mi sono accontentata di comprare la bellissima edizione delle Favole di Esopo, edita da Topipittori.


Il passaggio dalla tavola reale vista lì in cornice alla tavola stampata è inizialmente traumatico! Ovviamente diventa meno leggibile la matericità del colore. Inoltre, erano così belle senza testo... Il testo, benchè inserito con criterio e grande eleganza da un editore che produce piccoli capolavori, va inevitabilmente a riempire delle campiture di colore, che dal vivo era un gran piacere guardare. Ogni superficie è lavorata con cura e attenzione. Quelle grandi superfici prive di personaggi e riempite solo dal colore erano probabilmente già pensate per l'inserimento del testo, eppure hanno una forza autonoma, che rende più interessanti gli equilibri visivi.


In un secondo momento, seduta su una panchina del parco, mentre Bia fissava con dedizione ed entusiasmo delle macchinine che giravano in tondo, supportata dalle braccia paterne (viva la domenica!), mi sono goduta la lettura delle favole accompagnate dalle illustrazioni di Rea. Ho allora potuto apprezzare il modo in cui sono state interpretate, quanto ci fosse di attinente e quanto fosse nato dalla libera fantasia dell'illustratore.

A me piace molto disegnare. Non mi sogno neanche di arrivare a dipingere così, ma per me è stata comunque una grandissima lezione...

Ora attendo venerdì 27 maggio, quando spero di riuscire a far dedicare a Bia la mia copia del libro, all'incontro con Simone Rea, organizzato dalla Tribù dei Lettori e dalla Libreria Centostorie in piazza San Giovanni Bosco dalle ore 17.00.


Link
http://www.casinadiraffaello.it/
http://simonerea.blogspot.com/
http://topipittori.blogspot.com/2011/05/uomini-e-altri-animali.html
http://www.topipittori.it/it/catalogo/favole
http://www.lefiguredeilibri.com/2008/11/01/simone-rea-dal-testo-allillustrazione-la-tecnica/
http://www.tribudeilettori.it/
http://www.centostorie.it/index.php
http://www.centostorie.it/public/wordpress/?p=2845#more-2845

venerdì 20 maggio 2011

un pò di me

Oggi Bia è andata dai nonni.
Appena chiusa la porta dietro le sue piccole spalle, ho avuto un terribile attacco di nostalgia.

Poi, ho iniziato a disegnare.
E ho dimenticato di pranzare, ho dimenticato di stendere i panni in lavatrice, ho dimenticato anche di spegnerla la lavatrice, ho dimenticato i giocattoli sparsi per terra per tutta la casa, ho dimenticato i cuscini del divano fuori posto, ho dimenticato il letto mezzo sfatto, ho dimenticato di farmi la doccia, ho dimenticato di non aver ancora fatto il cambio di stagione, ho dimenticato di fare il pane per stasera.

Ma non ho mai dimenticato la mia piccolina, che ispira ogni mio disegno.

Ora ho le mani incrostate di colori acrilici, che mescolo direttamente sulla mia mano sinistra, dimenticando anche di essere allergica al blu cobalto, colore che uso più di tutti. E ora vado a lavarmi le mani, mangio qualcosa, stendo i panni, faccio il pane, sistemo il letto e il divano, mi faccio una doccia. Il cambio di stagione per me è un bel pò più complesso... uff...

Farò tutte queste cose e poi andrò dai miei suoceri, a riprendermi il piccolo vortice che ha stravolto la mia vita! E senza la quale i miei disegni non sarebbero gli stessi!

lunedì 16 maggio 2011

pronazione dolorosa arto superiore

Ieri sera, di ritorno da un magnifico week-end a Gaeta con i nonni, che era l'argomento di cui avrei preferito parlare, ci siamo presi un bello spavento!

Eravamo in ascensore. A Bia piace giocare con le porte e chiuderci fuori. Quando le è stato impedito di procedere con questa lodevole attività, sono partiti i capricci. Ha quindi tentato di lanciarsi a terra, con la faccina sul pavimento, che durante il week-end doveva essere stato percorso da chissà quante scarpe.
Da mamma schizzinosa, ma anche consapevole dei fastidi (provati personalmente) che può provocare ad esempio un helicobacter pilori, ho afferrato al volo una manina per tirare la bambina recalcitrante verso l'igiene e la posizione eretta.

Non fatelo mai! Non tirate mai il braccino di un bimbo, non giocate a vola vola facendolo ondeggiare sui suoi piccoli arti superiori, non cercate di fargli prendere una direzione invece di un altra tirandolo per una manina. Rischiate la "pronazione dolorosa arto superiore", la diagnosi riportata sulla cartella clinica di pronto soccorso che ora si trova sulla mia scrivania.

Io le ho provocato questa cosa al braccio destro.
In sostanza, la piccola ha iniziato a piangere e a tenere il braccino immobile contro il corpo,con la manina rivolta verso il basso. Quando si cercava di toccarglielo, piangeva. Siamo andati immediatamente al pronto soccorso.

Norman Rockwell, Doctor and Doll, 1942

Per fortuna, nessuna attesa. L'ortopedico ha fatto una manovra molto rapida, che serve a rimettere l'osso nella sua sede. Poi ci ha detto di aspettare qualche minuto in una sala d'attesa (per fortuna vuota). Subito Bia ha tirato su il braccino e con aria stupita ha detto: "Bua non sc'è più! Grazie, siore". Poi ha iniziato ad agitarlo su e giù come un paperotto e ha continuato a farlo per almeno dieci minuti, tutta contenta.

Il siore, cioè il medico, ci ha richiamato, ci ha spiegato che si trattava di una sublussazione, una patologia frequente nei bimbi di questa età, e ci ha avvertiti che potrà ricapitare. Ci ha poi mostrato la semplice manovra per rimettere il braccino a posto. Se non dovessimo riuscire, dobbiamo tornare al pronto soccorso.

Usciti dall'ospedale, ho ricominciato a respirare...

sabato 14 maggio 2011

Preraffaelliti: una domenica al museo... con Bia

Provo a ricostruire il post che Blogger mi ha eliminato, dopo aver fatto tanta fatica! Per fortuna ho buona memoria, anche se solo a breve termine.

Domenica scorsa siamo andati a vedere la mostra sui Preraffaelliti alla Gnam di Roma. Come promesso ad Owl, m'improvviso critico d'arte e riporto le mie impressioni!

Dante Gabriel Rossetti, Venus Verticordia, 1864-1868

La prima cosa che mi ha colpito è stata il museo praticamente deserto la domenica sera. Credo che se avessi scelto la mostra di Tamara de Lempicka al Vittoriano avrei dovuto fare la fila (infatti cercherò di andarci durante la settimana, in un giorno feriale). Probabilmente è dovuto al fatto che alla Gnam bisogna andarci apposta.

Poi, ho capito che portare Bia in un museo può voler dire girare in tondo sulla rampa che porta alla toilette per una buona mezz'ora (per fortuna a questa attività divertente si è dedicato il suo papà!).

Altro problema è che se le piace un quadretto può decidere di volerlo prendere e portarselo a casa (avrei voluto farlo anche io) e pare che non si possa fare.

La mostra è bella e la Gnam fornisce gratuitamente un piccolo depliant che funge da guida e da promemoria. Ci sono tre vedute di William Turner, che è sempre un gran piacere guardare a lungo da distanze diverse, per stupirsi di come macchie quasi astratte nell'allontanarsi si trasformino in figure umane, paesaggi e monumenti. Turner riesce a dipingere l'atmosfera... una specie di magia!

William Turner, L'Arco di Costantino, 1835
La parte centrale della mostra è allestita tra bianchi archi ogivali, che ricreano una chiesa gotica, o meglio neogotica. Vi sono presenti soprattutto tele di Edward Burne-Jones e di Dante Gabriel Rossetti. Del primo è molto bello un San Giorgio e il Drago, dell'altro spicca la sontuosa Venus Verticordia, scelta non a caso per manifesti e copertina del catalogo.

Edward Burne-Jones, San Giorgio e il Drago, 1870-1872

A me e a Bia è piaciuto moltissimo un quadretto luccicante d'olio di Albert Moore, Perle, dipinto con colori da conchiglia, nel quale le figure umane si uniformano alla scansione geometrica dell'ambiente in cui sono inserite. E' questo quello che Bia voleva toccare a tutti i costi e che io avrei messo volentieri nella rete del passeggino. Non ho trovato una riproduzione che renda a dovere le sue qualità perlacee.

Albert Moore, Perle, 1875

A me piace molto anche William Waterhouse, del quale ho un piccolo catalogo e che era presente alla mostra con una Psiche apre la scatola d'oro.

William Waterhouse, Psiche apre la scatola d'oro, 1903

Interessante è la sala dedicata agli artisti italiani che sono stati a loro volta influenzati dai preraffaelliti, anche se sono presenti solo poche tele di Previati e De Carolis. In questo senso la mostra è uno spunto per chi volesse poi approfondire, così come l'ultima sala, dove ci sono alcune opere dei maestri italiani che ispirarono i preraffaelliti, a partire da un prezioso Giotto mostrato sottovetro.

Mi permetto una nota eretica, da utente non esperto, per quanto appassionato. A parte alcune eccezioni, le opere preraffaellite funzionano quasi meglio riprodotte, quando l'assenza di pennellate regala loro bidimensionalità, che insieme alle dimensioni ridotte fa loro assumere la forza di lussuose illustrazioni da romanzo cavalleresco. Più che al medioevo, a me fanno pensare a salotti romantici e vittoriani e a giardini inglesi con rose antiche e profumate.

Perdono invece senza appello nel confronto con una Madonna con Bambino del Perugino, presente nell'ultima sala. Questa sì va vista dal vivo, perchè le riproduzioni non rendono giustizia allo splendore del colore e alla dolcezza delle pennellate che accarezzano il volto della Madonna.

Pietro Vannucci detto il Perugino,
Madonna col Bambino, 1497
 Ad ogni modo, il vero problema alla fine è stato recuperare Bia che correva felice nella Gnam, tra opere di Fontana e Capogrossi, in sale per le quali non avevamo pagato il biglietto!

lunedì 9 maggio 2011

Addio pappolino!!!

Già da due o tre settimane abbiamo iniziato l'educazione al vasino!
Bia la mattina va allo Spazio Bebi, cioè un asilo dove resta solo tre ore, per giocare. Vado a riprenderla alle 13.00, mangia (se mangia), fa il suo pisolino per un'oretta. Quindi, per tutto il pomeriggio resta senza pannolino e lo rimette per la nanna. In questo lasso di tempo, io provo a metterle mutandine e pantaloncini, ma il più delle volte se li toglie e scorrazza in lungo e in largo tutta nuda, provocando grande tentazione per morsi e pizzicotti!
L'addio al pannolino, che lei chiama pappolino, procede, anche se con pasticci e laghetti sparsi per la casa. Ogni volta che Bia riesce a fare la pipì nel vasino, è festa grande!!!!
Ci vuole tanta pazienza, perchè il bimbo non capisce subito quale sia il motivo per correre in bagno, invece di farla lì dove si trova, come ha sempre fatto.
La cosa, però, inizia a dare le sue soddisfazioni. Bia riesce ormai a fare la pipì quasi sempre nel vasino e a non alimentare i cesto dei panni sporchi! Per cose più impegnative serve ancora il pappolino. Per fortuna abbiamo degli orari abbastanza precisi. Quando non rispetta l'orario, le può capitare di togliere le mutandine (motandijee) lì dove si trova, per lasciar cadere... ehm.. sorprese.
Ma abbiamo solo 26 mesi e siamo già bravissime! E quindi credo sia giusto festeggiare con un post.
Addio pappolino, viva le motandijee!